Razionale: I complessi processi dell’invecchiamento maschile e le alterazioni endocrine, oltre a coinvolgere l’apparato urogenitale, hanno importanti ricadute cliniche tanto da far ipotizzare una “sindrome metabolica ipoandrogenica”. Mentre l’invecchiamento della donna è studiato da molto tempo, solo negli ultimi anni i processiche si verificano nell’uomo con l’avanzare dell’età sono stati posti sotto la lente di ingrandimento. La ricerca nell’ambito delle problematiche maschili legate all’invecchiamento era ed è assolutamente necessaria in quanto vi è differenza di durata di vita tra i due sessi, si assiste ad una maggiore attenzione e richiesta di salute da parte del maschio anziano e le previsioni indicano un aumento del 45% della popolazione con età superiore ai 65 anni nei prossimi 25 anni, soprattutto nel nostro Paese. Oggi si conoscono meglio i complessi processi dell’invecchiamento maschile, che sono dovuti a un progressivo declino della funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi che porta all’ipogonadismo.Le alterazioni coinvolgono direttamente l’apparato urogenitale e medici di famiglia e urologi sono impegnati in prima linea nell’affrontare le problematiche dell’aging male, ma queste alterazioni sono intimamente connesse con il processo di invecchiamento di altri apparati, che portano ad un significativo deterioramento della qualità della vita e della funzione di vari organi. È pertanto necessario un approccio multidisciplinare alla problematica.Ipogonadismo, obesità viscerale, insulino-resistenza, disfunzione sessuale e sintomi delle basse vie urinarie (LUTS) sono intimamente correlati tra loro e alla sindrome metabolica, che è caratterizzata da obesità centrale e due o più delle seguenti condizioni: ipertrigliceridemia, bassi livelli di C-HDL,lieve ipertensione arteriosa e lieve iperglicemia. Queste connessioni sono così forti che recentemente è stato coniato il nuovo acronimo HAM (hypoandrogen metabolic syndrome) che lega la sindrome metabolica all’ipogonadismo-età correlato.